Il calcare è una sostanza che troviamo disciolta in qualsiasi acqua, da quella che sgorga pura da una sorgente a quella che viene erogata dalla rete idrica cittadina e che giunge fin dentro le nostre abitazioni. Non tutte le acque hanno la medesima “durezza”, cioè la concentrazione di calcare disciolto, e nei casi in cui i livelli siano particolarmente elevati è necessario “addolcire” l’acqua per abbassarne il grado di durezza. Un’alta concentrazione di calcare crea inevitabilmente una serie di problemi agli impianti, agli elettrodomestici collegati all’impianto idraulico e anche all’organismo umano.
Per eliminare il calcare dall’acqua, o quanto meno ridurne la concentrazione, esistono diversi metodi più o meno complessi e articolati. Una tipologia di recente scoperta sono i Sistemi Anticalcare Elettromagnetici; degli studi compiuti anni fa hanno dimostrato come l’applicazione di un campo magnetico ad un flusso d’acqua impedisse il processo di precipitazione della calcite che si trasforma poi in calcare, evitandone così l’immissione nelle condutture. Le variazioni indotte dal campo magnetico trasformano invece le molecole di carbonato di calcio in cristalli di Aragonite.
I sistemi anticalcare in commercio sono numerosi, alcuni molto semplici, composti da grossi magneti, e altri più strutturati e capaci di generare campi elettromagnetici, quindi collegati alla rete elettrica. Sull’efficacia di questo sistema anticalcare è aperto da tempo un dibattito a livello scientifico e la questione risulta ancora non del tutto chiarita. Rimane analogamente aperta la diatriba se questo tipo di sistemi possano essere considerati o meno ecologici; non vengono impiegati sicuramente sali o altri elementi chimici che alterano la composizione dell’acqua, ma si utilizzano i campi elettromagnetici, colpevoli, secondo alcuni, di creare il cosiddetto inquinamento elettromagnetico.