L'industria inquinante e gli impianti di aspirazione

L’immissione nell’aria di polveri fine, di gas tossici o di vapori inquinanti non sono assolutamente tollerati da una seppur giovane Unione Europea, molto attenta all’ambiente e alla salute degli operatori.

Le fabbriche già da anni sono dotate di impianti di aspirazione industriale atti alla tutela delle emissioni nell’atmosfera e alla depurazione degli ambienti lavorativi.

Gli ambienti di lavoro

Il d.l. 81/2008 a salvaguardia del benessere e della sicurezza negli ambienti lavorativi, ha sostituito le precedenti norme generali e per la prevenzione (DPR 303/56 e DPR 547/55), anche la famosa 626, la normativa CEE inerente la sicurezza sul lavoro.

Nel complesso la legge prevede l’obbligo di impianti di aspirazione localizzata e distribuita in vari punti di accesso all’interno delle strutture produttive.

L’aspirazione di gas, vapori, polveri o fumi nocivi deve avvenire il più vicino possibile al luogo dove questi vengono generati.

Al punto 2.2.1. la normativa prevede una particolare attenzione alle polveri, sottolineando la responsabilità civile e penale del datore di lavoro in merito all’adozione di sistemi di aspirazione e filtraggio industriale, atti a preservare le postazioni lavorative e l’emissione nell’atmosfera delle stesse.

In pratica questi sistemi dovranno essere chiusi, cioè dotati di aspirazione e raccolta delle polveri, in modo da poterle gestire al meglio nello smaltimento.

I controlli inerenti sono affidati all’ASL competente ed espletati tramite il SISL (Serv. Igiene e Sicurezza del Lavoro).

La mancata predisposizione dei sistemi industriali a tali normative, comporta sanzioni penali per il datore di lavoro e per i dirigenti (Articolo 55). I preposti sono ugualmente sanzionabili per mancata vigilanza (Art. 56) o mancato utilizzo dei mezzi di aspirazione industriale da parte dei lavoratori (Art. 59).

Le emissioni nell’atmosfera

Le norme a tutela dall’ambiente sono regolate dal d.l. 152/2006; questo prevede la regolamentazione dell’emissione di agenti inquinanti nell’atmosfera da parte degli impianti industriali.

Secondo l’art. 272 comma 1 gli impianti che ricadono in un elenco di 26 attività possono semplicemente esercitare previo una relativa dichiarazione di inizio attività.

Si tratta di industrie che producono esigue quantità di gas scarsamente tossici, mentre in un ulteriore elenco di 31 attività ampliabili a discrezione della Regione di appartenenza (la Lombardia ne prevede 35), ricadono quelle industrie che dovranno adeguare le proprie emissioni con impianti di depurazione delle scorie.

Catturare i veleni sul sito di produzione

La progettazione di un impianto di aspirazione industriale è sempre e comunque un prodotto personalizzato all’azienda cliente, la quale in base alle proprie caratteristiche ed alle esigenze di produzione, avrà svariate fonti di inquinamento da controllare.

Il principio di base è salvaguardare il personale con sistemi di aspirazione di gas nocivi e polveri, ma nello stesso tempo raccoglierli in un circuito chiuso, impedendone la dispersione nell’ambiente.

A tale scopo possono essere impiegati filtri al carbone, a FCL e umidificatori per l’abbattimento delle polveri, oltre a silos di contenimento dove vengono stoccati i residui solidi provenienti dal trattamento degli aspirati.

Ad esempio se le polveri fine provengono dalla lavorazione del legno (pellet), queste una volta umidificate divengono solide e possono essere addirittura recuperate e reimmesse in produzione o comunque comodamente smaltite se di altra natura.

Per capire come essere a norma con gli impianti di aspirazione visita questo sito.

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