
Chiunque abbia passato anche solo una mezz’ora all’interno di un negozio di abbigliamento sa bene che i capi in vendita vengono provati da svariate decine di persone e capisce quindi quanto sia necessario lavare gli indumenti acquistati prima di indossarli.
Ci sono anche altre ragioni per lavare i capi nuovi: una può essere la scarsa fiducia in merito alla pulizia del locale e un’altra è la volontà di minimizzare i trasferimenti di colore da un capo all’altro.
Quante volte è successo che quella bella maglia nuova, indossata senza essere stata lavata, abbia stinto macchiando il reggiseno o i pantaloni? Lavarla può eliminare l’eccesso di colore che così non va a disperdersi.
Se avete la pelle sensibile o in passato avete avuto rash cutanei o dermatiti atopiche, lavare i capi nuovi è cosa buona e giusta.
Quel profumo di nuovo e la freschezza del tessuto che rimane sempre un po’ rigido sono il risultato di una mistura di formaldeide e urea, suona bene? Non direi, ma i produttori usano questi componenti per impedire che la stoffa si spiegazzi e che i germi ne facciano una dimora. Vengono applicati ai tessuti ad alte temperature e spariscono dopo qualche lavaggio.
Inoltre gli indumenti, così come la biancheria da letto, vengono trattati in fase di stiratura con amidi chimici che è meglio rimuovere.
Gli asciugamani necessitano assolutamente di un paio di lavaggi prima dell’utilizzo, per rimuovere non solo il colore in eccesso ma anche gli olii usati in fase di rifinitura e che impediscono loro di assorbire bene l’acqua. Il lavaggio con acqua calda, inoltre apre le fibre del cotone permettendogli quindi di raggiungere un maggiore potere assorbente.
Da sempre abbiamo alterato volontariamente il colore dei nostri indumenti, prima con pigmenti di origine naturale (erbe, radici) poi, dal 19esimo secolo, con sostanze di sintesi che consentono di ottenere risultati più brillanti, più duraturi e meno costosi. Il problema, però, è che molte di queste sostanze sono notoriamente cancerogene, tossiche e infiammabili e non è sicuro che non siano dannose per il nostro organismo nonostante le garanzie fornite dai produttori.
Vi chiederete come mai i produttori di stoffe e indumenti non evitino di utilizzare sostanze chimiche già note per il loro potere irritante. Beh, c’è qualche buona ragione: alcuni componenti, come ad esempio la formaldeide, impediscono la formazione di muffe e funghi nei tessuti e gli conferiscono anche, purtroppo, quel fastidioso odore pungente che non scompare fino al primo lavaggio.
Ricordatevi soprattutto di lavare sempre prima del primo utilizzo la biancheria intima e i costumi da bagno: i clienti sono pregati di indossare la biancheria intima sotto il costume quando lo provano in negozio, ma non è detto che ciò succeda sempre né che la biancheria sottostante sia pulita.
Con un po’ di attenzione si può ridurre il rischio di irritazioni cutanee!