I biomateriali per l’arredamento, che pure fanno ancora fatica a imporsi nel nostro Paese pur essendo molto diffusi nel resto dell’Unione Europea, garantiscono un gran numero di vantaggi sia dal punto di vista pratico che sul piano dellaconvenienza economica: per esempio, perché hanno la capacità di isolare sia acusticamente che termicamente gli ambienti in cui vengono installati, ma anche perché permettono di tenere sotto controllo e di regolare il grado di umidità dei locali. Ovviamente, questi materiali si caratterizzano per un impatto molto basso sull’ambiente circostante, e hanno il pregio di durare tanto quanto i materiali più tradizionali.
Tra i vari esempi di biomateriali per l’arredamento che meritano di essere presi in considerazione ci sono i biomattoni, che possono essere impiegati tanto per la costruzione di nuovi edifici quanto per la ristrutturazione di fabbricati già esistenti. Si tratta di un modo letteralmente nuovo di concepire l’edilizia, così come lo è l’alga rossa, ritenuta da molti una valida alternativa rispetto alla plastica, biodegradabile (oltre che commestibile, ma non è il caso di mettersi a mangiare dei complementi di arredo). Con l’alga rossa si possono realizzare appendiabiti e soprammobili, ma anche maniglie, ganci e molti altri oggetti: l’ingrediente, come si può facilmente intuire, è totalmente vegetale, e si presenta – quindi – come una risorsa più che interessante per il product design. Volendo, si può ricorrere alle alghe anche per la produzione di tessuti, e quindi per la creazione di poltrone, divani, pouf e persino lampade.
Può apparire sorprendente, poi, che nel novero dei biomateriali per l’arredamento compaia anche la paglia: invece è proprio così. Questo materiale si può prestare a una grande varietà di utilizzi, al punto che in passato non mancavano, soprattutto negli Stati Uniti, gli edifici costruiti interamente in paglia. Senza arrivare a vivere in un appartamento derivato dalle balle, c’è comunque da dire che la paglia si fa apprezzare per il costo ridotto che la contraddistingue; in più, ha un elevato potere isolante, il che la rende perfetta per i rivestimenti delle pareti.
Ancora, un esempio di biomateriale è il calcestruzzo riciclato, derivato da materie prime seconde (e non è un gioco di parole): vero e proprio calcestruzzo sostenibile, sia perché è a basso consumo di energia, sia perché per realizzarlo ci si avvale di materiali di scarto.
Infine, ultimo ma non meno importante è, naturalmente, il legno bio, utilizzabile per numerosi complementi di arredo, dai comodini ai tavoli, dalle sedie agli scaffali, dalle mensole alle credenze, dalle cassapanche alle librerie. Un elenco dei pregi di questo materiale sarebbe quasi infinito, ma non si può non porre l’accento sul fatto che si tratta del materiale naturale per eccellenza, dotato di una longevità straordinaria, frutto di una resistenza che lo mantiene alla perfezione anche a distanza di decenni. E se alcuni degli oggetti in legno degli antichi Romani sono riusciti a mantenersi per secoli e secoli intatti, nulla impedisce a una consolle per l’ingresso o a una cornice in legno bio di conservarsi per qualche decennio, a tutto vantaggio dell’ambiente che ci circonda.